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Inviato: giovedì 25 maggio 2022 17:32
A: malnate.org
Oggetto: Lettera dalla Colombia
Cari amici che mi seguite dall'Italia,
vi racconto che il 9 di maggio in serata sono tornato in Colombia.
Per ora sono a Bogotá dove sto terminando un trattamento ai miei pochi e vecchi denti .
Volevo condividere con tutti voi alcune impressioni che la mia visita di tre mesi in Italia mi ha lasciato.
Innanzitutto una cosa bella: ho avuto il piacere di incontrare belle persone, coppie di sposi, gruppi e comunitá organizzate che hanno il coraggio di continuare a sognare con scelte alternative.
Si tratta di persone assetate di un mondo nuovo, capaci di tentare una vita sobria in mezzo ad una societá consumista, di vivere nel servizio agli ultimi in mezzo ad una societá individualista, di provare a lottare per dare una mano agli immigrati rifiutati ed emarginati da molti, di tentare di costruire una societá accogliente, non violenta, solidale: tutto ció mi ha dato una nuova carica per continuare su quella strada.
E' peró triste vedere che si tratta di gruppi minoritari immersi in una societá sempre piú assetata di denaro e di cose, dove l'accumulazione é al centro degli interessi, il benessere personale o della mia famiglia é il solo dio, il mio trionfo di carriera e di denaro valgono piú che la fraternitá e la solidarietá.
Mi ha soprattutto impressionato negativamente l'atteggiamente di alcuni amici ed anche partiti in cui riponevo una certa fiducia che in questi mesi hanno appoggiato la decisione dell'Italia di inviare armi alla guerra dell'Ucraina.
La nostra costituzione afferma all'articolo 11 che l'Italia ripudia la guerra come forma di risolvere i conflitti internazionali.
Negando la costituzione, inviamo armi a chi é in guerra.
Siamo tornati alla legge della selva dove ha ragione il piú forte, dove il leone é re non perché si comporti meglio degli altri animali, ma perché é piú violento e forte degli altri.
Anni fa sognavamo che questi tempi fossero finiti ed esperienze come quelle di Gandhi, di Luther King, di Mandela ci confermavano che é possibile far trionfare la giustizia senza sparare ed uccidere, mentre siamo tornati indietro, a credere nuovamente che la guerra é la migliore soluzione dei conflitti.
Certo, altre strade ci costano personalmente e non vogliamo percorrerle perché dovremmo pagare di persona: se per esempio avessimo fatto un boicot completo al gas russo, avremmo forse dovuto tornare per un tempo a scaldarci e cucinare con legna e carbone e non siamo disposti a mettere in discussione il nostro livello di benessere, peró forse un boicot totale alla Russia avrebbe avuto piú risultati dell'invio di armi perché loro, lontano da noi, si uccidano.
E' l'antico sogno di Dio, presentato dal capitolo 2 di Isaia:"Faranno aratri con le loro spade, falci con le loro lance. Una nazione non alzerá piú la spada contro l'altra e non si prepareranno piú per fare la guerra": sarebbe la fine del servizio militare e delle fabbriche di armi...
Nel fondo forse ci sono altri interessi: l'Italia continua essere il quarto esportatore di armi nel mondo. L'industria bellica é importante per l'economia italiana. L'importante é fare i soldi, che gli altri si uccidano non ci interessa....
Ma torniamo a me.
La settimana prossima andró a vivere nella nuova comunitá comboniana dove sono stato destinato, nella cittá di Cali.
Vivró con un Comboniano Ciadiano di 44 anni ed un Colombiano di 85 anni: tre continenti in una casa.
Per qualche mese sará con noi un altro Colombiano giovane che sta per partire per la sua prima esperienza missionaria in Africa.
Vivremo in alcuni locali costruiti dietro ad una cappella del quartiere Charco Azul, nella periferia della cittá, la cui popolazione é composta per piú della metá da neri.
Cosa vi faró non lo so ancora , per ora vado a dedicare i primi mesi a vedere, ad ascoltare, a conoscere, a visitare la gente: poi si vedrá insieme.
Ogni cambio di comunitá é un'occasione speciale per tornare all'essenziale, per rimettersi in discussione, per ripartire su sentieri nuovi, per mantenersi giovani di spirito anche se il corpo non risponde piú come vent'anni fa.
Vi racconteró...
Per ora vi lascio ringraziando ancora molto quanti di voi mi hanno accolto, mi hanno colmato con il loro affetto, ed appoggiato in questi mesi
Un abbraccio a tutti
Franc