Malnate 26 settembre 2020 Arnaldo De Mohr, riposizionamento del busto, trafugato
Il busto in bronzo raffigurante Arnaldo de Mohr; fu installato di fianco al cancello della sala consiliare, nella via lui intitolata, il 3 novembre 2013.
Fu rubato nel'estate 2017
Da allora rimase solo la targa commemorativa,
in cui Gabriele D’Annunzio decanta le qualità del patriota, educatore e poeta nato a Milano nel 1874 e morto a Malnate nel 1921
Oggi, 26 settembre 2020, viene riposizionata una copia del busto, la cui ricostruzione è stata segiota da A.R.S
vedi anche: Malnate, 3 novembre 2013 Arnaldo De Mohr
Malnate, 3 novembre 2013 |
A 92 anni dalla morte, avvenuta proprio il 4 novembre 1921, la città di Malnate ricorda Arnaldo de Mohr, illustre concittadino cui è dedicata una delle vie principali. L’occasione di questi festeggiamenti ha preso il via dalla donazione di alcuni cimeli fatta dal nipote al comune di Malnate. Lo studio di questi documenti, accompagnato da ulteriori ricerche d’archivio, ha consentito all’associazione ARS (Associaizone Ricerche Storiche Malnate) di realizzare un progetto finanziato dalla stessa amministrazione comunale e dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto. Il 3 novembre, infatti, in concomitanza dei festeggiamenti del 95° Anniversario della Vittoria, a Malnate verrà inaugurato il busto in bronzo del poeta, che verrà posto sulla palazzina civica di via Matteotti nel lato prospiciente la via ad lui dedicata. Sarà altresì dedicata la mostra curata dall’Associazione Gammar e verrà presentata la biografia realizzata per l’occasione.
Arnaldo de Mohr, nato a Milano il 22 aprile 1874, sposò Carlotta Bernardi di Malnate, legandosi così indissolubilmente alla cittadina del Varesotto. Giornalista, poeta e scrittore, si mise in evidenza curando nel 1899 la biografia di Felice Cavallotti. Successivamente fondò una propria casa editrice che ebbe sede dapprima a Milano e poi a Malnate. L’impresa editoriale racchiudeva un ambizioso progetto che la porterà a pubblicare negli anni tra il 1905 e il 1912 alcuni tra i principali autori dell’epoca: da Guido da Verona, a Matilde Serao passando per Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini. Ma l’autore di punta avrebbe dovuto essere il vate, Gabriele d’Annunzio. Probabilmente il poeta abruzzese fu anche la causa del fallimento dell’operazione editoriale tenuto conto dei compensi principeschi che richiedeva e del fatto che pur avendo promesso l’esclusiva continuò anche a pubblicare presso Treves. Ridimensionata l’attività editoriale, de Mohr continuò il suo impegno civico come insegnante professando ideali mazziniani e democratici. Non stupisce quindi che nel 1914, ben un anno prima che l’Italia entrasse in guerra, insieme ad altri intellettuali lombardi, si arruoli nell’esercito francese sotto le bandiere della legione garibaldina combattendo contro gli imperi centrali. L’anno successivo, all’entrata in guerra dell’Italia passerà come volontario nell’esercito italiano, diventando ben presto ufficiale con incarichi di collegamento e formazione al Comando della Terza Armata a stretto contatto con il Duca d’Aosta. Pluridecorato, rimarrà ferito e contaminato dai gas, evento scatenante questo, con molta probabilità, della malattia polmonare che lo porterà prematuramente alla morte pochi anni dopo. Finita la guerra, nonostante tutto, non fu sordo ai richiami del suo vecchio amico d’Annunzio che lo volle con se a Fiume comandante dell’Autoparco. Uomo retto, di grandi ideali lasciò un grande rammarico e dopo le esequie avvenute a Malnate la salma fu solennemente traslata al Cimitero Monumentale di Milano dove ancora riposa.
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Pubblicato il 29 ottobre 2013