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È un tema cruciale nella nostra società e in questo 2016 è al centro dell’analisi della Cava. Giunta alla sua ventitreesima edizione, l’ormai affermata pubblicazione dell’Associazione Ricerche Storiche dedica l’approfondimento di apertura a “Malnate nel mondo, il mondo a Malnate: storie e vicende di emigrazione ed integrazione”.
Lo studio, a firma di Maurizio Ampollini, prende spunto dai dati demografici: scopriamo così che, se in occasione della visita di san Carlo Borromeo nel 1574 gli abitanti erano 655 e nel 1901 si arrivava a 4.944, l’ultimo censimento del 2011 ufficializza a quota 16.604 la popolazione di quella che è ormai a pieno titolo una città.
In questo percorso, a lungo Malnate è stata terra di emigrazione: in particolare, Ampollini riporta vicende di malnatesi che raggiunsero luoghi lontani alla ricerca di lavoro tra la fine dell’800 e i primi decenni del ‘900.
Da un ventennio, però, s’assiste a un fenomeno migratorio di carattere contrario: così, nel 2015 gli stranieri rappresentavano l’8% della popolazione, a quota 1.279. Tra questi, i gruppi più numerosi erano gli albanesi con 322 unità, seguiti dagli ucraini con 135, in prevalenza donne. Anche in questo caso, non mancano le testimonianze raccontate da Maurizio Ampollini.
Lo stesso autore è poi l’estensore di altri due articoli della Cava 2016: uno sul rapporto tra un letterato di spicco del ‘900 italiano quale Curzio Malaparte e l’editore malnatese Arnaldo De Mohr all’epoca della Legione Garibaldina che nel 1914 li vide entrambi protagonisti in Francia durante il primo conflitto mondiale; l’altro sulla villa al poggio Mirasole che, ancor prima di essere stata di proprietà dell’industriale siderurgico Riva, appartenne alla famiglia Dreher. Quest’ultima, di origine tedesca e milanese di residenza, scelse Malnate per costruirvi una villa da villeggiatura. La costruzione fu completata nel 1914 e fu abitata dalla famiglia fino agli anni Sessanta del secolo scorso. In seguito, la residenza fu affittata a un studioso importante della letteratura italiana quale il professor Mario Apollonio, che abitò a Malnate fino al 1968 e al quale dal 2004 è intitolato il teatro di Varese. È dell’inizio degli anni Settanta il passaggio di proprietà alla famiglia Riva, nota alle cronache per l’ILVA di Taranto.
Di non minor rilievo gli altri studi che caratterizzano il nuovo numero della Cava: Anna Missaglia approfondisce le vicende della Società di Mutuo Soccorso, sorta a Malnate il 1° settembre 1874, mentre il saggio di Andrea Bernasconi è dedicato ai confini della parrocchia di San Salvatore così come si sono delineato nel tempo fino alla sua erezione nel 1956 a opera dell’arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini.
Sui cinquant’anni dalla sospensione dell’attività della linea ferrovia Como-Varese, con le conseguenze sulla viabilità e sulla tempistica dei collegamenti tra le due città, interviene Lucio Bortolato mentre Giuseppe Maresca, oltre alla rubrica sugli avvenimenti salienti del 2015, firma anche due approfondimenti. Il primo sui venticinque anni di attività del Doposcuola Caritas di Malnate e il secondo quale curatore, a un anno dalla scomparsa, dei ricordi di famigliari e amici di due personaggi come Giorgio Achini e Ferdinano Bernasconi che molto hanno dato alla comunità locale.
Non manca infine, sulla Cava 2016, la rubrica di Enrica Gamberini sulle cronache di altri tempi: la Malnate di 100 e di 50 anni fa.
Antonio Franzi