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IL GIOVANE FAVOLOSO
giovedì 27 novembre - ore 21 sabato 29 novembre - ore 18.15 e ore 21 domenica 30 novembre - ore 16 e ore 21 lunedì 1 dicembre - ore 21 giovedì 4 dicembre - ore 21
di Mario Martone - Italia 2014, 135' con Elio Germano, Michele Riondino, Isabella Ragonese
Giacomo Leopardi è un bambino veramente speciale, cresciuto nella casa di Recanati sotto l'egida del padre, il conte Monaldo. Il piccolo Giacomo non esce quasi mai di casa e avendo a disposizione una vasta biblioteca legge di tutto. Tuttavia, per quanto nelle pagine dei libri si legga di tutto l'universo, l'universo è fuori, lontano, irraggiungibile e la sua mente vuole viaggiare al di fuori delle mura paterne. In questo periodo, attraverso le poesie, Giacomo inizia a dare vita a quell'autobiografia interiore immensa e sofferta che lo porterà a delineare sempre più nitidamente il suo pensiero: un pensiero laico, lucido, una capacità implacabile di scorgere tutte le ipocrisie della società che ha intorno mentre il mondo cambia, l'Illuminismo apre la mente e scoppiano le rivoluzioni. Quando compie ventiquattro anni, Giacomo lascia finalmente Recanati e va alla scoperta del "mondo", riuscendo difficilmente ad adattarsi a causa del suo spirito ribelle. Si trasferisce quindi a Firenze con Antonio Ranieri, l'amico napoletano con il quale vive un'esistenza bohémien e che lo assiste con devozione, mettendo su carta i versi che il poeta gli detta. Leopardi, infatti, è sempre più segnato dalle malattie. Semicecità e deformazioni non gli impediscono, però, di invaghirsi della dama fiorentina Fanny Targioni-Tozzetti, che a sua volta è invaghita di Ranieri. Quando un'amnistia riapre a Ranieri le porte della sua città natale, dopo una sosta a Roma, Leopardi si sposta con l'amico a Napoli, dove l'aria è salubre e il clima più consono alle sue condizioni di salute. Allo scoppio del colera, i due si trasferiranno in una villa in campagna alle pendici del Vesuvio. E' qui che Leopardi scrive "La ginestra", la lunga poesia in cui racchiude il suo pensiero. Presentato in concorso al Festival di Venezia 2014, il film ha vinto il premio Pasinetti per la straordinaria interpretazione di Elio Germano e per la miglior colonna sonora.
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