AMARCORD
Rassegna NOTE DI SCENA - Autunno 2015 - Nuova edizione
giovedì 8 ottobre - ore 16 e ore 21
IL CINEMA RITROVATO - Copia restaurata dalla Cineteca di Bologna
di Federico Fellini - Italia 1973, 127’
Magali Noël, Ciccio Ingrassia, Pupella Maggio - Musiche di Nino Rota
La famiglia che vediamo rievocata nel film è quella dell’amico d’infanzia Titta Benzi e intorno a lui pullula un’umanità descritta con tinte sanguigne e linee grottesche (soprattutto i rappresentanti delle istituzioni, il clero e i gerarchi fascisti), con tenera sensualità (Gradisca) e un’ironia al tempo stesso affettuosa e graffiante. La vitalità delle figure che popolano il film (compresa l’emarginata ninfomane Volpina) cela una sotterranea, profonda malinconia. Il piccolo borgo romagnolo degli anni Trenta riassume una delle più penetranti immagini dell’Italia secondo Fellini: un piccolo mondo immaturo e conformista, succube di un regime becero e mistificatore, o tristemente impotente di fronte alle sue violenze.
Un capolavoro della storia del cinema (premiato nel 1974 con l’Oscar per il miglior film straniero) ritorna nelle sale per un evento davvero speciale.
Prima del film, "Amarcord Fellini", otto minuti inediti di provini, tagli e doppi montati appositamente da Giuseppe Tornatore.
Così scrisse Tullio Kezich: "Amarcord è un film da amare senza ulteriori riserve. Fellini approfitta della riconquistata serenità per tendere a un racconto quasi oggettivo. Tornando alle radici provinciali e beffarde della propria formazione, il regista di I vitelloni recupera spregiudicatamente la struttura della barzelletta, si sforza di non commuoversi e di non tirare conclusioni. Tutto il film porta la sigla di un maestro, ma alcune pagine si impongono con maggiore evidenza: un pranzo-litigio in famiglia degno di Eduardo, la gita in campagna con lo zio matto (un sublime Ciccio Ingrassia), il ballo degli studenti davanti al Grand Hotel chiuso per l’inverno, la magica apparizione notturna del transatlantico Rex: un simbolo dei miti di un’epoca stupidina, così pregnante che sarebbe piaciuto a C.G. Jung".
Ingresso € 6,00 - ridotto € 4,50
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