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CHIESA DI SAN MARTINO - Malnate
Lungo la navata di destra si aprono le cappelle di sant'Antonio, della Madonna del Rosario e di santa Rita.
Interessante per la sua tecnica esecutiva è la statua seicentesca di sant'Antonio da Padova, realizzata in mattoni e stucco direttamente sul posto da un abile plasticatore lombardo nella seconda metà del Seicento. Il recente restauro ha restituito l'integrità dell'opera, manomessa nel secolo scorso, quando le nudità del Bambino sono state coperte con una veste in tela gessata. |
Anche il cordone, che con doppio giro cinge i fianchi di san Francesco, scende morbidamente lungo la veste e si appoggia inarcandosi sul suolo; un rosario di legno è appeso sul fianco destro e a fatica si distingue dalla veste dello stesso colore. Il busto, appena spinto all'indietro, fuoriesce dall'oscurità che caratterizza tutta la parte inferiore del quadro e le braccia aperte, occupando in orizzontale l'intera larghezza del quadro, accentuano il movimento della figura ed esaltano il senso dello spazio. Il cappuccio del saio avvolge morbidamente il collo del santo ed il viso, illuminato dalla luce proveniente dall'alto, su uno sfondo caldo che gioca sulle tonalità del giallo e dell'arancione, appare in tutta la sua intensa espressività: gli occhi rovesciati verso l'alto e completamente illuminati, gli zigomi accentuati dal gioco delle ombre, il mento affilato segnato da una barba corta e poco folta, le labbra ben disegnate conferiscono al volto una capacità comunicativa intensa. Dall'immagine emerge la spiritualità di Francesco che si offre a Dio e pare di leggere nel suo sguardo e nelle sue mani aperte, segnate dalle stigmate, la frase di una delle sue semplici ma intense preghiere “ O Signore, fa' di me uno strumento della tua Pace…”. In alto, nell'angolo a destra, nel cielo pervaso di luce, appaiono le teste di due angeli che si guardano; nell'angolo opposto, in basso a sinistra, nell'area oscura, un francescano, ritratto di profilo, inginocchiato ai piedi del santo, legge una preghiera sulle pagine di un libro. Francesco, con le sue braccia spalancate, in posizione centrale, appare il tramite tra la terra e il Cielo, e ritornano alla mente ancora le parole della preghiera “…Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce”. |
Chiesa di san Martino
Ciascuna navata laterale è separata da quella centrale da cinque archi, dei quali due più piccoli alle estremità, sorretti da colonne; tra le vele degli archi, nella navata centrale, si affacciano immagini degli Evangelisti e di quattro Dottori della Chiesa, realizzati dal pittore Baldassarre Verazzi nel 1843, arricchite nel 1932 da elementi decorativi dipinti da Riccardo Borghi.
La parte descritta è la più antica, quella che conserva alcuni elementi dell'edificio cinquecentesco, ovvero il prezioso soffitto, i due muri laterali di raccordo tra il soffitto e gli archi della navata centrale, dove appena si intravedono, nell'intonaco rosa, i segni delle antiche finestre fatte aprire da san Carlo e poi richiuse, l'arco trionfale sopra il portone, la parete interna all'attuale facciata.
Percorsa tutta la navata, si accede alla parte novecentesca della chiesa.
Al centro del transetto, sull'ampio soffitto a tazza, ricco di decorazioni, risaltano i dipinti (opera di Luigi Valtorta) che rappresentano le quattro virtù cardinali (Fortezza, Temperanza, Prudenza e Giustizia) e le parole dell'Ave Maria che si rincorrono lungo il cornicione di congiunzione tra la tazza e le pareti.
Alle estremità dei bracci del transetto si trovano a sinistra un altare con un grande Crocifisso (dono dei fratelli Ermoli), sopra il quale si apre l'ampia vetrata con l'immagine di Cristo in croce; a destra un altare con una scultura del Sacro Cruore, sopra il quale vi è, simmetrica alla precedente, la grande vetrata con l'immagine della Resurrezione di Cristo.
Le pareti laterali del transetto, nella parte superiore, sono abbellite da affreschi di Riccardo Borghi realizzati negli anni Cinquanta: a sinistra Cristo nell'orto degli ulivi e Cristo dinnanzi a Ponzio Pilato, a destra l'Assunzione della Vergine e la Discesa dello Spirito Santo.
In quest'ultimo dipinto, tra i dodici apostoli, compaiono due figure con lo stesso volto, perfettamente riconoscibile, quello di Padre Pio, recentemente elevato agli onori degli altari e già visto nella sua santità dal pittore Riccardo Borghi più di 50 anni fa.
La chiesa di san Martino unisce quindi l'antico al contemporaneo, e chissà quante opere, quanti oggetti, apparentemente di scarso significato, accatastati in angoli bui e polverosi, potrebbero, con un'attenta ricerca, raccontarci qualcosa in più della storia e dell'arte del passato, come per esempio è accaduto con il ritrovamento della splendida placchetta argentea della pace del Cinquecento.
Questo semplice oggetto, scoperto quasi per caso, ricorda l'antico rito dello scambio del segno di pace durante la santa Messa, che consisteva nel baciare questa placchetta e nel passarla al vicino.
Esiste un oggetto simile nella chiesa di san Fedele a Milano.